DIRITTO PENALE
Lo Studio Legale Scaramozzino si occupa di diritto penale ad ampio raggio.
L’assistenza è prestata in favore sia degli indagati che delle persone offese dal reato.
Il procedimento penale è composto da diversi gradi di giudizio e da numerose fasi, che si possono inserire incidentalmente nel corso del procedimento stesso, come ad esempio le misure cautelari o la fase esecutiva della pena.
PROCESSO DI COGNIZIONE
Il procedimento di cognizione è il processo penale vero e proprio, quello nel corso del quale si accerta l’innocenza o la colpevolezza dell’imputato.
Gli organi coinvolti nelle vicende processuali sono diversi, dal G.I.P. (giudice per le indagini preliminari), al Tribunale di primo grado, alla Corte d’Assise, alla Corte d’Appello, ecc.
Un grado diverso, definito di legittimità, è quello che si tiene davanti la Suprema Corte di Cassazione, che presenta caratteristiche peculiari e costituisce l’ultimo gradino della Giustizia italiana.
Per patrocinare innanzi la Corte di Cassazione è necessaria una speciale abilitazione che l’Avv. Cristian Scaramozzino ha conseguito nel 2019.
FASE CAUTELARE
Le misure cautelari sono provvedimenti limitativi della libertà personale applicate prima ancora che il soggetto venga condannato. Per semplificare, si può dire che sono misure applicate nei confronti dei soggetti “sospettati” di aver commesso un delitto, a condizioni che sussistano gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari.
Le misure cautelari possono consistere nella custodia in carcere, negli arresti domiciliari, nell’obbligo di dimora, nel divieto di avvicinarsi alla persona offesa dal reato, ecc.
Vengono applicate e revocate in virtù di uno speciale procedimento, che è autonomo ed indipendente rispetto a quello per l’accertamento dell’innocenza o colpevolezza dell’indagato.
Competente a giudicare è il Giudice procedente o il Tribunale del Riesame, detto anche Tribunale della Libertà.
Lo Studio ha consolidato, negli anni, un’importante esperienza nella gestione del procedimento cautelare, nell’esame della giurisprudenza di settore e nell’individuazione dei punti critici del sistema.
ESECUZIONE DELLA PENA
Conclusi tutti i gradi del giudizio, la pena comminata diventa definitiva e quindi va “eseguita”. Nei casi più gravi si aprono per il condannato le porte del carcere.
Ciò non significa che il ruolo dell’avvocato sia concluso, tutt’altro.
Il condannato, che sia detenuto o libero, ha necessità di essere seguito per far valere i diritti che la legislazione gli riconosce, ed accedere così, nel primo caso, ai c.d. benefici penitenziari.
La competenza è del Tribunale di Sorveglianza, con le cui prassi, spesso difformi da una sede giudiziaria all’altra, ed a volte diverse da quelle normativamente previste, lo Studio ha acquisito un’approfondita conoscenza.
PROCEDIMENTI INCIDENTALI
Si sente parlare spesso di definitività della pena o passaggio in giudicato delle sentenze. Sebbene, effettivamente, conclusi tutti i gradi di giudizio le sentenze non siano più modificabili, nel corso dell’esecuzione della pena possono accadere degli avvenimenti straordinari idonei a comportare una modifica anche delle sentenze definitive.
Il classico caso è la declaratoria di illegittimità costituzionale di una norma.
In questa ipotesi, anche i soggetti condannati in via definitiva hanno diritto di adire l’Autorità Giudiziaria per ottenere la modifica della sentenza o della pena.
Un caso del genere si è verificato, ad esempio, allorquando la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità costituzionale della pena prevista per la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90. In questa situazione tutti coloro che erano stati condannati per tale illecito - e hanno fatto ricorso alla Magistratura - si sono visti riconoscere uno sconto di pena.
Lo Studio, anche in questo caso, ha trattato numerosi casi risoltisi positivamente.
GIUSTIZIA EUROPEA
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (abbreviata anche in CEDU) ha sede a Strasburgo, ed è un organo di giustizia sovranazionale, la cui funzione principale è quella di giudicare in merito alle violazioni della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
La Corte può essere adita una volta esauriti tutti i rimedi interni previsti dal diritto nazionale.
Il Regolamento di procedura stabilisce che il ricorrente, salvo decisione contraria del Presidente della Camera, sia rappresentato in giudizio da un avvocato abilitato all’esercizio della professione in uno qualsiasi degli Stati contraenti.
Uno dei più recenti ed importanti casi in cui la Corte Europea è intervenuta è relativo alla illegittimità del c.d. ergastolo ostativo.
Lo Studio Scaramozzino si occupa della redazione del ricorso e della successiva rappresentanza del cliente davanti la Corte Europea.
·